Provincia di Trapani
L'insediamento dei primi abitanti nell'area provinciale trapanese è antichissimo. Reperti preistorici risalenti al Paleolitico sono presenti in varie località. Al Mesolitico risale invece la Grotta dell'Uzzo nei pressi di San Vito Lo Capo, con i suoi cocci di ceramiche non decorate ma con manici e tacche per facilitarne la presa. Tracce della presenza dell'uomo in Sicilia attorno al 10.000 a.C. si rilevano anche nei graffiti raffiguranti scene di caccia e rituali, ritrovati nella Grotta del Genovese a Levanzo.
A Pantelleria è evidente il ricordo del passaggio dei Sesioti, che fecero dell'isola un vero e proprio centro commerciale di esportazione dell'ossidiana, molto ricercata per la realizzazione di utensili da taglio in tutto il Mediterraneo. La provincia conobbe tra il XI e il X secolo a.C. la colonizzazione dei Fenici, ritenuti i fondatori di Solunto, Mothia, Palermo e Marsala, in cui essi stabilirono le proprie basi costiere, in seguito passate ai cartaginesi. Le aree centro-meridionali videro lo stanziamento degli Elimi, mentre la colonizzazione greca si fermò ai margini della provincia con la fondazione di Selinunte, spesso oggetto di aspri conflitti e distruzioni. La dominazione romana impoverì il territorio e ridusse di molto l'importanza commerciale degli antichi siti portuali, ma fu con la caduta dell'Impero romano d'Occidente che venne aperta la strada ad invasioni e distruzioni. I Vandali e poi gli Ostrogoti di Teodorico occuparono infatti la provincia e il resto dell'isola. Nel 535 fu Belisario ad occuparla, aggiungendola all'Impero romano d'Oriente e immettendola nel periodo culturale bizantino. A partire dal 652 iniziarono le scorrerie degli Arabi, che con lo sbarco a Mazara del Vallo dell’827 inaugurarono la conquista dell'isola. La provincia di Trapani e in genere la Sicilia occidentale si integrarono abbastanza presto con i nuovi arrivati: esempi pervenuti fino ai giorni nostri ne sono proprio il cous cous, tracce nella pasticceria tipica e le coltivazioni di ulivo ed agrumi.
Proprio tale integrazione fu fonte di serie difficoltà durante il periodo normanno, a causa dei conflitti e delle ribellioni di varie città ai nuovi signori. Durante il XIV secolo l'arrivo di mercanti genovesi e inglesi promosse il rifiorire dei commerci. Nel 1492, a causa della persecuzione antisemita della Spagna, anche gli ebrei delle fiorenti comunità di Salemi e Trapani dovettero abbandonare la Sicilia. Il 20 agosto 1535 Carlo V arrivò a Trapani: la città - la quarta dell’isola dopo Palermo, Messina e Catania – si era ormai talmente affermata nello scacchiere geopolitico dell'epoca da meritare dall'imperatore l'appellativo di "Chiave del Regno". Durante la sua permanenza a Trapani, egli giurò di mantenere i privilegi della città, compreso il diritto del Senato cittadino di conferire lauree in medicina, fisica, teologia, matematica, belle arti e giurisprudenza. La Provincia fu poi testimone e parte attiva della spedizione dei Mille di Garibaldi, che la scelse per iniziare la campagna di liberazione dell'isola, iniziata con lo sbarco a Marsala dell'11 maggio 1860: il 14 maggio, a Salemi, Garibaldi assunse la dittatura della Sicilia in nome di Vittorio Emanuele. Durante l'ultima fase della seconda guerra mondiale le installazioni aeroportuali di Trapani e di Pantelleria e i porti che si affacciavano sul canale di Sicilia vennero duramente bombardati dagli alleati. Nel gennaio 1968, poi, la provincia di Trapani venne duramente colpita dal terremoto del Belice, che distrusse completamente Gibellina, Poggioreale e Salaparuta. La ricostruzione avvenne con estrema lentezza ed irrazionalità, ma venne costruita un'autostrada, la A29, a rinnovamento della disastrata viabilità ordinaria.